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mercoledì 31 agosto 2016

Childfree: la nuova frontiera dell'emancipazione?



Buongiorno fanciulle belle! O meglio buongiorno per voi visto  che io invece a notte inoltrata proprio non riesco ad incontrare Morfeo e molto casualmente, la notte è il momento che preferisco per scrivere. 
Qualche tempo fa ho letto un articolo che parlava della sempremiaadorata Jennifer Aniston che con non poca insofferenza mandava tutti a quel paese, o meglio tutti quelli che fanno la punta alla sua pancia che neanche un setter con la beccaccia di turno (Velvet docet) desiderosi che cresca improvvisamente e non certo per peperonata e salsicce. 
L'attrice, in una lettera aperta all'Huffington post scrive: «Per la cronaca non sono incinta. Tuttavia sono molto stufa del controllo sulla perfetta forma del corpo che esercitano i media con la scusa di fare giornalismo e di doversi occupare della vita delle celebrities. Tutti i giorni io e mio marito siamo tormentati da decine e decine di fotografi piazzati fuori da casa nostra, che non esitano ad avvicinarsi pur di ottenere qualsiasi tipo di foto. Non ne posso più di essere considerata diversamente perché il mio corpo sta cambiando o perché ho mangiato un hamburger a pranzo.
Siamo complete con o senza un compagno, con o senza un figlio. Abbiamo la possibilità di decidere da noi se qualcosa è bello per il nostro corpo. La decisione è nostra e solo nostra. Facciamolo per noi e per le giovani ragazze che ci guardano come un esempioQuando deciderò di diventare mamma, sarò la prima a comunicarlo».
Stranamente pur essendo questo un blog dedicato alle donne plus size e all'autoaccettazione, questa volta la mia attenzione non è stata catturata dall'ossessione dei media per un corpo che cambia, che pur essendo cosa nota, non se ne parlerà mai abbastanza come abbiamo potuto vedere su alcune testate giornalistiche negli ultimi giorni...ma divagazioni a parte, prima di essere curvy, plus size e quant'altro, siamo prima di tutto donne e prima ancora persone, per cui quella che ha maggiormente catturato la mia attenzione è proprio la parte in grassetto che mi ha fatto riflettere non poco. 
Per la società è davvero così? Davvero c'è chi pensa che possiamo definirci donne solo se siamo mogli e madri? Davvero pensano siano degli step obbligati nella vita di una donna e che in qualche modo se non avvengono, non è assolutamente per scelta nostra, ma perchè evidentemente non ci hanno volute o non siamo riuscite a dare la vita ad un altro essere umano? 
Sicuramente per qualcuna sarà così, ma altrettanto sicuramente, per molte altre donne è una decisione arbitraria e assolutamente consapevole, altre ancora sono riuscite a costruire una famiglia perchè lo desideravano fortemente (si spera). 
Così dopo aver parlato della maternità ( QUI ), ho deciso di scrutare un altro aspetto dell'universo femminile ed ho scoperto che dietro c'è tutto un mondo, una lotta continua fatta talvolta di scelte estreme. 
Ho incontrato così Anna, che in realtà già conoscevo, ma non in questa veste e che da poco ha affrontato un'operazione per essere sterilizzata. Onestamente non pensavo nemmeno potesse essere un intervento che potesse essere fatto su una donna fisicamente sana e così giovane e per molti sarà sicuramente una scelta discutibile, ma a lei questo non importa. Anna ha 29 anni, gli occhi nerissimi e brillanti ed il portamento fiero di chi ha dovuto urlare a gran voce le sue ragioni, rivendicando una parte di sè che proprio non veniva e tuttora non viene compresa e che lei proprio non è riuscita a mettere a tacere. 
Le ho chiesto di parlarmi di lei e della sua fiera appartenenza al mondo childfree, come si definisce chi non vuole figli e non ammette ripensamenti.
- Quando e come hai capito di essere childfree?
Sono childfree da quando ero bambina…a tratti non mi sopportavo nemmeno io. Ricordo che da piccola quando le mie amiche volevano giocare a “mamma e figlia” io mi annoiavo e non volevo mai tenere il ruolo di madre, così finivo sempre per fare la figlia ma anche quel ruolo mi stava stretto e non vedevo l’ora che il gioco finisse. Spesso preferivo giocare con i gatti nel cortile da mia nonna, loro facevano parte di me ed erano il mio unico vero interesse. Non ho mai chiesto bambole, ho sempre scelto di giocare con i pelouche o con i fucili.
- C'è differenza tra un uomo childfree ed una donna childfree?
L’unica differenza tra un uomo ed una donna childfree, forse è che la donna viene più pressata sotto questo aspetto proprio perché la società la considera un utero ambulante e tutti si aspettano che abbia l’impellente bisogno di riprodursi.
- Come hanno reagito parenti ed amici quando hai palesato questa scelta?
Fin da piccola i parenti cercano di inculcarti il mito della maternità dicendoti che ti sposerai e avrai dei figli, io ho sempre risposto che figli non ne avrei mai fatti e che avrei vissuto con tanti animali. All’inizio non mi credevano, dicevano. tutti che ero troppo piccola per dire una cosa simile, ma oggi ho 29 anni e credo di essere abbastanza grande da potermi rendere conto di ciò che voglio veramente.
- In campo sentimentale sei stata sostenuta da chi avevi accanto?
Ogni volta che mi fidanzo metto subito in chiaro che sono childfree, però mi è capitato più volte di avere consensi iniziali dall’altra parte, ma poi con l’andare avanti del rapporto mi sono resa conto nascondessero mancanza di sincerità: molte persone pensavano che in futuro avrei cambiato idea. Ho dovuto chiudere relazioni davvero molto importanti per questo motivo, ma non me ne pento perché annullare me stessa per un’altra persona sarebbe stata una cosa peggiore. Questo è stato uno dei motivi che mi hanno portato a prendere la decisione di farmi sterilizzare…oggi mi sento davvero in pace con me stessa.
- Come ti rapporti o come credi che ti rapporterai con le persone a te vicine che hanno figli?
Non sopporto i bambini, quindi mi tengo in contatto con le persone per me importanti finchè i loro figli non sono intorno. Non fraintendermi…se un bambino è educato non mi dà alcun fastidio, ma i capricci e le domandine fastidiose, le urla, le richieste di attenzione, le interruzioni durante una conversazione, mi innervosiscono enormemente. Onde evitare di dover subire tutto questo , incontro la persona interessata lontano dai suoi pargoli per quanto possibile.
- E' stato difficile trovare medici che ti supportassero in questo percorso?
Mi ero documentata diverso tempo fa su chi in Italia praticasse la sterilizzazione volontaria ad una nullipara e sapevo già a chi rivolgermi…dovevo solo trovare il coraggio di affrontare l’intervento. Il medico primario è stata una persona squisita, peccato per la maggior parte dell’equipe che mi ha seguita. Ho dovuto fare una lotta, subire forti offese, hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare idea, ma più mi dicevano che c’erano altre soluzioni reversibili e più mi convincevo di star facendo la cosa giusta per me stessa.
- Come sei arrivata a questa decisione così estrema ?
Come ho detto prima ci stavo pensando già da tempo, ma la cosa che mi ha fatto desiderare imminentemente di sterilizzarmi è stata una terapia psicologica fatta con un “dottore”, sono stata da lui 5 mesi e mi ha fatto un vero e proprio lavaggio del cervello che però non ha funzionato e mi sono trovata al confine tra ragione e follia.
Ha provato a farmi desiderare un figlio con risultati a dir poco terrorizzanti.
Sono letteralmente scappata da lui!
Attualmente sono in cura da una bravissima psicologa che mi sta aiutando molto nel mio percorso ed è stato da lei che ho maturato la decisione di farmi sterilizzare: proprio come i trans si sentono in un corpo che non gli appartiene, io non mi sono mai sentita una donna fertile e volevo che la mia mente seguisse il mio corpo.

- Ci sono conseguenze sotto il profilo strettamente medico?
Porta più conseguenze una gravidanza che una sterilizzazione…ihihihih.
Scherzi a parte, tra i vari tipi di interventi ho scelto di fare la salpingectomia bilaterale(l’asportazione di entrambe le tube). In tal modo le ovaie continueranno il loro ciclo naturale che si ripeterà ogni mese come accade a qualunque altra donna, e gli ormoni continueranno ad essere com’erano. Sinceramente mi pento di non averla fatta prima!

- Cosa vorresti dire a chi sente parlare di questo argomento per la prima volta?
A chi sente parlare di questo argomento per la prima volta voglio dire che childfree non è una scelta, ma un modo di essere. Non si sceglie di esserlo ma ci si scopre childfree. Non è una cosa che puoi decidere di fare o non fare perché lo senti dentro che proprio non lo vuoi e sai per certo che nella tua vita non succederà mai, proprio come un uomo o una donna eterosessuali sono sicuri che nella loro vita non andranno mai e poimai a letto con una persona del proprio sesso.

Personalmente su questo tipo di provvedimento sono ancora molto confusa nonostante sia fermamente convinta che l'essere donna non implichi necessariamente avere l'istinto materno e che il modo in cui ogni donna si sente completa e realizzata è assolutamente personale. E voi cosa ne pensate?

mercoledì 13 luglio 2016

Storie di (stra)ordinaria maternità



Buongiorno fanciulle belle! Ho pensato a lungo se fosse il caso di scrivere questo articolo, forse perchè troppo "serio" rispetto ai toni utilizzati finora, poi ho pensato che al massimo non se lo filerà nessuno e si aspetterà che torni a sparare minchiate come al solito.
Parliamo di maternità o meglio della mancanza di essa che affligge tante donne. Io affronterò l'argomento dall'unico punto di vista che conosco e cioè quello di donna plus size.
Già di base, se capita che inizialmente ci siano delle difficoltà, la tendenza generale è quella di pensare che la "colpa" sia della donna, nonostante siamo ormai nel 2016 ed Enrico VIII e le sue mogli che non riuscivano a dargli l'erede maschio ci abbiano ormai lasciati da un pezzo, salvo poi fare analisi più approfondite e scoprire che non è necessariamente così, quando poi la donna in questione ha qualche (o tanti) chili in più, addio comprensione e supporto, la colpa è tua che non dimagrisci!
I medici spessissimo escludono a priori qualsiasi probabilità che si possa riuscire nell'impresa e se proprio proprio dovesse accadere, ti preannunciano qualsiasi tipo di evento nefasto, dalla gestosi, al diabete gestazionale alla nonna che cade dalle scale. Ma se oltre alla ciccia, si ha anche la fortuna di avere delle disfunzioni ormonali come quelle causate dalla sindrome dell'ovaio policistico o dalla tiroidite di Hashimoto...beh lasciate ogni speranza! O almeno questo è ciò che vi diranno 8 ginecologi su 10.
E' molto comune che si entri in una spirale di diete fallite, analisi su analisi, calcoli dei giorni fertili, misurazione della temperatura basale, rapporti mirati e tanta tanta frustrazione, ma questo, chi ci prova, lo sa già, per cui oggi voglio raccontarvi di quattro donne, di quattro mamme e della loro esperienza, ma prima lasciatemi dire una cosa: il desiderio insoddisfatto di un figlio può logorare, sentirsi delle madri mancate può diventare un'ombra che non ti lascia mai, ma questo non vi rende meno donne, non vi rende meno mogli, compagne o fidanzate, non vi rende meno coppia, non vi rende meno amanti, non rende la vostra vita meno ricca, non sminuisce le vostre passioni, non sminuisce il vostro amore...fate in modo che il vostro amore non si riduca ad una serie di calcoli, amatevi, fate l'amore, divertitevi, ridete, fate del vostro compagno il vostro migliore amico, non permettete che la ricerca di un figlio vi separi, rendetelo un completamento per qualcosa che completo lo è già.

                                                                  Sara                         Arianna                    Carmen
Barbara ha preferito non apparire in foto
                               
1) Qual era la tua età ed il tuo peso quando hai scoperto di essere incinta?
A: Avevo 34 anni e pesavo 80 chili per 1,60 m
B: La prima gravidanza a 33 anni al peso di 130 chili, ora sono nuovamente in attesa di una bimba, ma questa volta è capitato senza che la cercassi.
C: Sono rimasta incinta la prima volta all'età di 29 anni. Purtroppo rientravo nell'altissima percentuale (30%) che esiste di casistica di aborto spontaneo al primo tentativo. Si tratta di una sorta di selezione naturale, unita alla reazione del nostro fisico all'evento e al "corpo estraneo" che il nostro organismo categorizza. Ho sofferto un pò per quanto accaduto, è normale...mi sentivo "inadeguata". Fortunatamente ho avuto accanto a me tutto l'amore necessario per non entrare nemmeno in questo doloroso vortice, e devo ringraziare il mio ginecologo che mi ha sempre spiegato con immensa pazienza che il mio peso o la mia età non c'entrassero nulla. Nel Dicembre del 2008 sono rimasta incinta di nuovo, felicità, gioia, paura, ansia pervadevano ogni cellula del mio essere. All'epoca pesavo 97 kg. Il mio ginecologo per "giustificare" alcuni esami più approfonditi, mi diceva "dato che hai qualche chilo in più, facciamo questo esamino per stare più tranquilli".
S: Sono rimasta incinta che avevo 24 anni, pesavo 153 kg per 1,75 m di altezza

2) Qual era la tua situazione di salute quando con il tuo compagno/marito hai deciso di cercare una gravidanza?
A: Ovaio policistico con assenza di ciclo anche per mesi e tiroidite di Hashimoto, sto messa bene XD
B: Obesità grave, ma a parte questo, nessun problema in particolare
C: Avevo un BMI di 36, ero obesa di II livello con familiarità con diabete ed ipertensione. Quando penso a lui, mi viene sempre un dolce sorriso, tutti i professionisti dovrebbero essere così delicati e invece troppo spesso ci troviamo ad avere a che fare con medici convinti di dover sentenziare sempre sul nostro peso, o che tutti i nostri problemi (di qualunque natura) siano da ricondurre al sovrappeso/obesità...bene, vorrei darvi un messaggio positivo: abbiate fiducia, non sono tutti così!
S:  La gravidanza è avvenuta per caso, il mio stato di salute era buono anche se non avevo il ciclo regolare perchè in precedenza prendevo la pillola e per due anni non si è regolarizzato

3) Hai fatto delle cure per riuscire a restare incinta?
A: Sì, sono partita da quelle "blande" (inofert, inofolic, prepart, sinopol...) senza alcun effetto, allora la ginecologa mi prescrisse clomid, rimasi incinta, ma lo persi. Dopo 6 mesi sono rimasta di nuovo incinta, sempre col clomid e visto il precedente aborto mi hanno prescritto ovuli di progesterone (2 ovuli per 3 volte al giorno, la dose massima) più le punture nel sedere che sono dolorosissime perche questa cosa che t'iniettano è tipo "olio", non si scioglie e fa uno gnocco sotto pelle. Alla fine ero così piena di lividi che la signora che mi faceva le punture non sapeva più dove farle. Tutto ciò fino al terzo mese.
B: Ho assunto del progesterone
C: No, nessuna
S: No, nè per restare incinta nè per regolarizzare il ciclo

4) Quanto tempo hai impiegato?
A: Tempo...ho smesso la pillola a giugno 2010, mio figlio è nato a febbraio 2014
B: Circa 1 anno
S: Non so quanto tempo ho impiegato, dopo che ho smesso di prendere la pillola non abbiamo più usato precauzioni se non la classica "retromarcia"

5) Hai avuto una gravidanza tranquilla?
A: Una volta finito con punture ed ovuli la gravidanza è stata tranquilla, escludendo alcuni disturbi "classici", ma non ho mai avuto nausee e sono andata in piscina fino a due giorni prima del ricovero.
B: La gravidanza è stata abbastanza tranquilla, ho tenuto sotto controllo la pressione ed il peso (ho messo 10 chili) e ho partorito col cesareo.
C: La mia prima gravidanza non ha avuto grossi problemi, non ho mai avuto nausee, ho sempre "sofferto" di pressione bassa (cosa da auspicarsi!), la glicemia era a posto e....udite udite: nei 9 mesi di gestazione ho preso soltanto 4 chili. Dopo il parto pesavo 13 chili in meno rispetto a quando sono rimasta incinta. Se vi state chiedendo il trucco, non saprei! Mi saziavo con pochissimo, però mangiavo spessissimo durante il giorno. Praticamente ero sempre con la mandibola in movimento, ma avendo voglia e bisogno di vitamine, si trattava spesso di verdura cruda, frutta fresca e secca, tocchetti di parmigiano ecc..Al settimo mese mi venne una patologia che non ha cause adducibili al peso, la colestasi gravidica.
Il 23 agosto nacque Giovanni, 4 chili di bambinotto con parto naturale indotto a due settimane di ritardo rispetto alla data prevista per il parto! Oggi ho 38 anni (tra un paio di settimane 39) e sono alla 34esima settimana della mia seconda gravidanza che per il momento procede ancora più "tranquilla" della prima. Questa volta pesavo 100 chili quando sono rimasta incinta. Ad oggi ho preso solo quasi 5 chili e l'unica ansia che ho ogni volta che devo andare dal ginecologo è il momento della pesata con conseguenti cazziatoni "anche questo mese nemmeno un chilo?!" (non sa che come è successo per la prima gravidanza, riprenderò tutti i chili durante l'allattamento.
S: Sì, ho avuto una gravidanza abbastanza tranquilla, a parte le nausee ed il vomito. Non ho avuto problemi di pressione, glicemia, gestosi o altro. Ho partorito a 37 settimane con un parto indotto finito con taglio cesareo senza problemi. La parte più dura è stata dopo XD





mercoledì 11 maggio 2016

Storie di (stra)ordinaria curvytudine! (seconda parte)



In questa seconda intervista (la prima parte QUI) continua in nostro viaggio alla scoperta di donne fuori dal comune, quelle donne che riescono a fare del loro vissuto non facile e della loro fragilità, la loro forza. 
In queste righe conosceremo Sole, testa e cuore perennemente in contrasto come soltanto in una donna può accadere, dove fragilità e forza si alterano come in una danza.
Ci racconterà di sè e del suo vissuto senza risparmiarsi. Durante l'intervista mi ha chiesto spesso scusa per essere stata troppo prolissa, ma onestamente non ho smesso un attimo di ringraziarla per il fatto che la sintesi non rientri tra le sue doti.
Ho cominciato chiedendole di presentarsi, per cui vi lascio subito alle sue parole:

Mi chiamo Sole e vorrei poter dire che è un di fatto, in realtà mi sento più vicina ad una luna,in continuo cambiamento,con tante sfaccettature, un po' più fredda di ciò che vorrei,ma anche capace ( talvolta) di rischiarare il buio. Quasi trentenne in piena crisi del " ma sono diventata adulta senza accorgermene", a momenti me ne sento sessanta, a momenti cinque. Curiosa, gattofila,complicata, socievolmente asociale, inquieta, alla ricerca di me stessa e dell'ordine cosmico,amante di arte,poesia, natura, lettura, cinema e fai da te, un tantino nerd,spesso contradditoria,un po' strana.

Com'è cominciata la tua vita da donna plus size?

Da bambina. Ero uno scricciolo da piccina,poi verso i quattro anni ho cominciato ad ingrassare tantissimo ed a crescere molto più rapidamente della norma, quindi praticamente sono tonda da quando ho memoria. A sette anni avevo la struttura ossea di una tredicenne un po' alta, ad otto è arrivato lo sviluppo e la prima dieta e da allora sono diventata uno yo yo. Ingrassavo e dimagrivo con picchi altissimi in entrambi i casi per un mix di condizioni di salute particolari, che sono in parte uscite allo scoperto anni ed anni dopo, e di problemi psicologici più o meno conclamati che sono sfociati in disturbi alimentari. Non sono ingrassata tanto per un particolare gusto del cibo, per golosità o pigrizia, anzi,fino a vent'anni ho sempre fatto molto sport,ma la rotondezza mi accompagna da allora

Com'è stata la tua adolescenza?

E' finita? Non me ne sono accorta! demmmmerda Emoticon tongue come l'adolescenza di qualsiasi ragazzina un po' troppo precoce,con un carico pesante emotivo piuttosto che fisico e con gusti ed interessi lontani dai coetanei. Cosparsa di trasferimenti,problemi a casa, guai in cui mi cacciavo, storie e storielle con persone troppo grandi e sbagliate, dubbi esistenziali e impermeata di nostalgia delle persone che perdevo tra un trasloco ed un altro. Ma a dire il vero, tranne rari,comuni, spiacevoli episodi,non particolarmente segnata dal peso.

Come vivi il tuo corpo in relazione alla tua famiglia ed i tuoi amici?

Per ciò che riguarda l'ambito familiare, avendo una famiglia- non famiglia non risento attualmente in modo particolare della loro percezione del mio corpo,ma non è stato sempre così. Molto del cattivo rapporto con me stessa e col mio peso credo dipenda da mia madre, soprattutto da bambina c'era un vero e proprio clima di " terrore" per certi versi. Mamma viene da una famiglia dove sono tutti belli,magri ed avvenenti, fatta eccezione per mia zia che ha preso negli anni( ma ne ha 50 passati) quella decina di chili in più che comunque sono splendidamente distribuiti nei punti giusti ed in un accenno di pancia di cui non sembra curarsi, con tutte le ragioni del mondo. Ma al di fuori di lei sono tutti alici salate, uomini e donne. Magri ed asciutti e molto curati,un po' per conformazione fisica, un po' perché la progenitrice( mia nonna) è una ferma sostenitrice della lotta al grammo in più, anche a 90 passati è il tipo di donna che ogni tanto lamenta il chilo che ha preso con l'età e che narra incantata che sua nonna a sessant'anni aveva un vitino talmente sottile che le sue gonne non le entravano neanche da bambina. Questo ha fatto si che trasmettesse moltissimo l'ansia del peso e della forma fisica anche a mia madre, che ha sviluppato da ragazza una tendenza ad anoressirezzare che non le è mai passata del tutto. Parlo di un clima di terrore,perché oltre all' interminabile serie di critiche ho vissuto momenti di reazioni esasperatissime nei confronti di questo problema,da mia madre che mi pesava ogni giorno ( rituale che provocava in me un vero e proprio costante stato di panico) e che rivedeva anche le diete, già molto sbilanciate e restrittive, dei dietologi perché quello che mangiavo le sembrava troppo anche di fronte a 40 grammi di pasta,ai nonni che ad ogni tot suggerivano a mia madre di chiudermi dentro un istituto perché non dimagrivo come avrei dovuto. Per anni ho minimizzato questa situazione, in realtà oggi mi rendo conto che ha creato dei danni non indifferenti. Non credo che per lei fosse una questione estetica in realtà, anche se non mi ha mai detto una cosa carina da questo punto di vista,penso che fosse realmente preoccupata in modo eccessivo di come il peso potesse influire sulla mia vita, era in particolare convinta che potessi subire prese in giro, esclusioni, atti di bullismo,in realtà per me la vera " bulla" è stata lei,tante cose che diceva o faceva cercando magari di spronarmi mi hanno ferito profondamente, ma spesso mi chiedo se oggi, da adulta, avrei potuto avere un rapporto diverso con lei e magari aiutarla a vivere anche se stessa con meno problemi. Per quello che riguarda gli altri il mio peso continua ad essere motivo di rimbrotti a cui se ne sono aggiunti altri per cose peggiori quindi è un po' passato in secondo piano, in compenso io ho imparato a sedare sul nascere certe discussioni con più o meno eleganti " un pacco di c... tuoi". Con gli amici invece non è mai stato un problema, è raramente un argomento di discussione. Le uniche questioni che sono potute sorgere sono state proprio sul mio vergognarmi di fare alcune cose,come andare al mare insieme, tanto che ci ho messo veramente poco ad abbandonare questo genere di patemi con loro che anzi, mi hanno sempre rincuorato nei momenti di abbattimento e che, e questo mi ha fatto anche meglio, semplicemente non sono mai parsi in alcun modo interessati al mio peso

Hai mai attribuito alla ciccia problemi che non fossero strettamente correlati all'aspetto strettamente pratico?

Ho attribuito per tantissimi anni alla ciccia ogni sorta di male del mondo in realtà, dal mio sentirmi perennemente "sbagliata" ai cattivi rapporti con i miei, sono arrivata ad attribuire al peso persino il fallimento in ambito lavorativo, questo un po' per il forte condizionamento, un po' perché a volte i chili in più diventano una comoda scusa per nascondere problemi di cui sono casomai conseguenza ma non certo effetto. Oggi ogni tanto mi ricapita, penso che sia un meccanismo da cui uscire del tutto sia difficile,ma sono momenti, per il resto sono diventata molto più matura e consapevole di me, so dove stanno i problemi reali e cerco,con risultati un po' altalenanti, di lavorarci su. L' unica cosa in cui mi sento ancora abbastanza condizionata è il lavoro, ma sono anche consapevole, almeno a tratti, che è un momento difficile per tutti da questo punto di vista e spero di riuscire quanto prima ad uscire dalla situazione di stallo in cui mi trovo.

Cos'è che ti crea disagio tuttora?

Vivo ancora con disagio il mio corpo,ma soprattutto perché è un corpo che cambia e che non riconosco più. Sono dimagrita più di 40 chili ed ancora lentamente perdo peso,conto di perderne almeno un' altra quindicina,un po' per motivi di salute ( non mi sento ancora al meglio,non sono attiva come vorrei), un po' perché non mi piaccio ancora. Può darsi che dimagrendo ulteriormente io continui a non piacermi,ma in realtà non ho un' immagine di come mi vorrei totalmente irraggiungibile, sarei ugualmente molto morbida, ma vorrei uscire dalla zona dell' obesità. Al contempo confesso che guardo le parti dove il dimagrimento è più evidente con un misto di curiosità e stupore,come se non mi appartenessero.. E poi c'è la pancia...ecco, quella è una parte di me che proprio detesto,anzi più che la pancia la zona dello stomaco è la mia disperazione. Sono proporzionata, armonica in un certo senso ( anche se invece adoro le disarmonie, soprattutto sono un'accanita fan dei fisici a pera), ma se un po' di ciccia dallo stomaco arrotondasse il didietro sarei molto felice. Per il resto ciò che non mi piace di me a livello fisico rientra grosso modo nei problemi di tutte le donne del mondo: vorrei il seno più alto, vorrei essere più tonica,vorrei un po' di cellulite in meno ( ma a voler essere sinceri non è che ne abbia molta), vorrei dei capelli più folti e con una forma più definita( ed anche qui a volerla dire tutta viaggio sulla criniera già così), vorrei una pelle meno delicata e reattiva, vorrei delle unghie più forti e se continuassi sono sicura che troverei altre mille cose ( mi sovvengono per l'appunto il naso a patata ed i denti a castorino). La verità è che siamo tutte, magre o grasse,alte o basse, sempre scontente di qualcosa e questo, fintanto che non diventa motivo di malessere reale o fulcro intorno al quale gira la nostra intera esistenza va anche bene, ci spinge a migliorarci. L' importante è che la base che ci muova sia l'amore per se stessi e la consapevolezza che la bellezza ha poco a che fare con la perfezione e soprattutto è mutevole. Non è sempre facile,ma ci proviamo.

Sei mai stata presa in giro come reagivi?

Ad onor del vero confrontandomi con altre persone mi rendo conto che quello della presa in giro è un problema che mi ha giusto sfiorato. Mi è capitato qualche volta, qualche commento poco carino, qualche idiota per strada,ma mai nulla di che, probabilmente anche perché credo che a pelle in qualche modo si sia sempre intuito che non ero esattamente il tipo che incassava in silenzio. Mi è capitato un solo anno di aver vissuto con particolare disagio un posto e di essere un po' inerme ed ipersensibile, ma questo dipendeva molto dal malessere per altre situazioni che proiettavo all'esterno, sembravo molto fragile e provata e non riuscivo a tenere neanche lo sguardo alto quando camminavo.

Pensi che saresti una persona diversa senza i tuoi chili di troppo?

L'ho pensato per molto, moltissimo tempo. Immaginavo che sarei rinata senza tutti questi chili in più, che mi sarei liberata in un certo senso. In realtà cominciare a liberarmi dall'ossessione del peso mi ha piuttosto liberato dai chili, almeno in parte, ma sono sempre la stessa, con le stesse luci e le stesse ombre e lo sarei pure a 50 chili. Penso che la piena libertà la conquistero' quando questa consapevolezza sarà piena e matura del tutto e che rinascero' quando imparerò ad amarmi e sostenermi in tutto e per tutto, per ora è un work in progress,ma sicuramente si viaggia più leggeri già sapendo che sotto ogni strato di ciccia o sopra ogni osso che sporge siamo noi, sempre e comunque.

In che modo è cambiata la percezione del tuo corpo negli anni?

Imparando ad osservarmi e ad ascoltarmi. Da ragazzina e per buona parte dei vent'anni fuggivo gli specchi, mi osservavo raramente, ero perennemente molto coperta, anche dentro casa,da sola,in piena estate. È cambiata molto con la nudità. Ho cominciato a spogliarmi da sola ed a studiarmi. Ho imparato a conoscermi. Ho sempre osservato moltissimo le altre persone,non con intenti critici,ma con curiosità, con occhi pieni di amore in un certo senso. Mi piaceva molto scrivere e spesso gente a caso diventava protagonista inconsapevole dei miei racconti, immaginavo che storia potesse raccontare il loro aspetto, fantasticavo. Ho cominciato a rivolgere le stesse attenzioni a me stessa, a ragionare sul fatto che anche il mio corpo racconta una storia, che a tratti può non piacermi,ma che è la mia,personale. Ho chili in più, cicatrici, nei, ossa un po' storte in alcuni punti che raccontano chi sono e cosa ho vissuto. Le smagliature dicono quanto io sia stata in lotta con me,le cicatrici quante volte l'abbia persa. Le dita delle mani che seguono una linea un po' curva dicono che ho giocato a pallavolo per molti anni, il legamento del ginocchio ballerino che ho fatto la splendida e sono volata da sopra al motorino, il seno un po' basso dice che sono cresciuta presto, troppo perché mi rendessi conto di aver bisogno di sostenerlo, le gambe muscolose che mi piaceva molto correre e ancora adoro camminare,il setto nasale storto mi ricorda una cosa orribile ma anche che è passata,le discromie sulle ginocchia pluriescoriate che da piccola mi divertivo da pazzi ad arrampicarmi,le spalle larghe che anche se non ho mai imparato i vari stili bene,adoro nuotare,i piedi piatti che vivrei tranquillamente scalza,le caviglie più sottili del resto che mi piaceva molto ballare,i miei capelli sempre un po' a fatti loro in fondo dicono " ma sai che c'è? Sticazzi". Cresciamo,maturiamo, ci conosciamo meglio ed impariamo ad ascoltarci meglio ed assecondarci di più e tanto più lo facciamo, tanto meglio stiamo e prima. E mi ha anche aiutato moltissimo il confronto con altre persone come me. Mi ha aiutato a riconoscermi,mi ha aiutato a non sentirmi l'unica e sola, ad apprezzare più a fondo la diversità. Non cito nel mio percorso l'amore o l'apprezzamento da parte di altri semplicemente perché per me non ha mai influito prima che cercassi quanto meno di piacermi per prima e questo credo funzioni per tutti. Puoi anche sentirti dire che sei la donna più bella del mondo, ma se non ti ami tu,non sei neanche pronta ad accogliere l'amore dall' esterno. Però sicuramente è importante anche quello. Uscire dall' ottica che quello che gli altri ci danno è sempre un favore e mai meritato, imparare che siamo abbastanza e che non dobbiamo guadagnarci l'amore a qualunque costo, che possiamo lasciarci essere è qualcosa che ci dobbiamo tutti. Avere qualcuno che ci trasmetta questo è meraviglioso,ma non deve essere la "conditio sine qua non". Gli altri sono un arricchimento. Talvolta un impoverimento. Ma la nostra vita è nostra e basta e così ciò che pensiamo di noi stessi dipende prima da noi.

In che modo il tuo percorso ha influito sulla tua vita?

A questo potrò dare una risposta quando sentirò che il mio percorso ha raggiunto una maturazione piena. Quello che so sicuramente è che anche se ora non sono in un momento molto facile e felice,anche se sento di non piacermi e non essere soddisfatta di me, cerco ugualmente di curarmi, di non farmi male e non punirmi e già questo per me è moltissimo. Ed ha molto influito sulla mia percezione degli altri. Sono più aperta, più sensibile, più accogliente, più pronta a dare ed anche a ricevere. Non del tutto. Spesso ritorna il freddo, il senso di estraneità da me stessa e da ciò che mi circonda. Ma dentro di me c'è sempre una piantina che per quanto maltrattata ed esposta a ghiaccio, intemperie e botte ogni tanto mi dice " guarda che io potrei diventare un bellissimo fiore" ed io non so se ci credo a pieno,ma sicuramente ci spero un po'




sabato 7 maggio 2016

Storie di (stra)ordinaria curvytudine! (prima parte)







Inizialmente questa doveva essere un'intervista doppia per raccontare di due donne in rinascita, con le loro vite, le loro storie, i loro perchè e le loro battaglie, ognuna col suo modo di vivere la propria fisicità.
Due modi di essere plus size, due donne estremamente diverse tra loro, ma ugualmente eccezionali e accomunate dall'aspetto morbido e lo sguardo temprato da anni difficili, ma alla fine ho deciso di dividere l'intervista in due parti, per dare ad ognuna di esse l'importanza che merita.
Cominciamo da Angela, capelli rosso fuoco e sguardo fiero, ricorda tantissimo Merida di " Ribelle, the brave" e non solo per l'aspetto, la personalità è di quelle travolgenti.
Pin up nell'anima e amante del vintage, Angela cura il suo blog "Curvy Red Rose" con particolare dedizione, anche se lei ama definirsi simpaticamente "un'imbrattatrice di pagine internet" .
- Com'è cominciata la tua vita da donna plus size?
Lo sono sempre stata. Ho avuto un periodo di normopeso verso le superiori, ma è stato solo un paio d'anni, ma mi consideravo comunque sovrappeso e mi sentivo orribile lo stesso.
Da lì capii che il peso centrava molto meno del previsto col fattore autostima.
- Com'è stata la tua adolescenza?
La mia adolescenza è stata un disastro. Mi vergognavo e cercavo di nascondermi il più possibile. Avevo paura dei maschi e delle prese in giro, quindi cercavo di avere a che fare con loro il meno possibile, Grazie al cielo sono andata in una scuola quasi completamente femminile, anche se questo ha avuto un lato disastroso: mi sentivo diversa. Ero fuori dai gruppi, in un periodo in cui ti senti
capito solo quando sei uguale agli altri, io ero fuori dal coro.
- Come vivi il tuo corpo in relazione alla tua famiglia ed i tuoi amici?
Io vengo da una famiglia in sovrappeso dove il grasso non è però accettato. Sono stata perennemente a dieta anche da ragazzina, con risultati pessimi ovviamente.Sentivo la pressione e non riuscivo ad avere risultati, e questo non aiutava. Ad oggi è cambiato, c'è molta meno pressione, anche perchè io ho imparato a mettere dei paletti, la dieta è ormai argomento tabù! 
I miei amici invece non hanno mai fatta sentire grassa. Ero Angela, al di la dei chili, con i pro e i contro come tutte le persone. Penso che se loro pensano a me, il primo aggettivo che gli viene in mente è pazza più che obesa!
- Hai mai attribuito alla ciccia problemi che non fossero correlati all'aspetto strettamente pratico?
Come no! Ogni mia incapacità l'ho sempre legata alla ciccia, perchè diciamocelo seriamente, è più facile. Per anni ad esempio mi sono detta che ero troppo grassa per muovermi, invece ora faccio sport tutti i giorni ed ho frequentato un corso di boogie! Oppure la mia incapacità nelle relazioni, la colpa era della ciccia che non mi rendeva attraente!
Ora è diverso. So che non facevo sport perchè ero pigra e che non ricevevo attenzioni dal genere maschile perchè ero chiusa, e per chi mi si avvicinava era un rifiuto continuo.
Imparare a non dirsi bugie e non dare sempre la colpa al peso, è stato il primo passo per far pace con la bilancia!
- Sei mai stata presa in giro? Come reagivi?
Penso un pò come tutte sono stata presa in giro. Devo essere sincera, quelle sul peso sono quelle che mi ricordo meno: mi ricordo da bambina quelli sui capelli, che mia madre mi tagliava corti ed essendo ricci sembravano un cespuglio, e da adolescente per il peli, problema dato dall'ovaio policistico.
Il problema era però che non reagivo, evitavo le persone perchè mi vergognavo e scappavo. Avrei dovuto rispondere, di solito chi ti prende in giro e si sente forte, non sa come rispondere a chi si difende.
- Pensi che saresti una persona diversa senza i tuoi chili di troppo?
Certo! Non sarei me. Non avrei percorso il cammino che invece ho fatto, che mi ha reso la persona che sono oggi e che alla fine di tutto mi piace, Non so se sarei peggiore o migliore, so solo che sarei diversa.
- In che modo è cambiata la percezione del tuo corpo negli anni?
Quando ero più piccola rifiutavo totalmente il mio corpo, lo vedevo totalmente diverso da quello che era. Oggi invece sono consapevole che il mio corpo è la somma di quello che mi sono fatta, nel bene e nel male. Oltre a rappresentare la genetica in sè, rappresenta il mio vissuto e sto imparando a prendermene cura, perchè devo amarlo, al di la della sua forma, perchè è il primo passo per rispettare me stessa.
- In che modo il tuo percorso ha influito sulla tua vita?
Il mio percorso di accettazione ha cambiato completamente la mia vita. Ho imparato che valgo, e quindi non devo per forza accontentarmi. Posso scegliere, che è una cosa che prima non mi era mai venuta in mente! Pensavo che tutto ciò che arrivasse dovesse essere acclto perchè non mi meritavo niente. Ora so di meritarmi molto e che posso pretendere delle cose, soprattutto da me stessa!