mercoledì 31 agosto 2016

Childfree: la nuova frontiera dell'emancipazione?



Buongiorno fanciulle belle! O meglio buongiorno per voi visto  che io invece a notte inoltrata proprio non riesco ad incontrare Morfeo e molto casualmente, la notte è il momento che preferisco per scrivere. 
Qualche tempo fa ho letto un articolo che parlava della sempremiaadorata Jennifer Aniston che con non poca insofferenza mandava tutti a quel paese, o meglio tutti quelli che fanno la punta alla sua pancia che neanche un setter con la beccaccia di turno (Velvet docet) desiderosi che cresca improvvisamente e non certo per peperonata e salsicce. 
L'attrice, in una lettera aperta all'Huffington post scrive: «Per la cronaca non sono incinta. Tuttavia sono molto stufa del controllo sulla perfetta forma del corpo che esercitano i media con la scusa di fare giornalismo e di doversi occupare della vita delle celebrities. Tutti i giorni io e mio marito siamo tormentati da decine e decine di fotografi piazzati fuori da casa nostra, che non esitano ad avvicinarsi pur di ottenere qualsiasi tipo di foto. Non ne posso più di essere considerata diversamente perché il mio corpo sta cambiando o perché ho mangiato un hamburger a pranzo.
Siamo complete con o senza un compagno, con o senza un figlio. Abbiamo la possibilità di decidere da noi se qualcosa è bello per il nostro corpo. La decisione è nostra e solo nostra. Facciamolo per noi e per le giovani ragazze che ci guardano come un esempioQuando deciderò di diventare mamma, sarò la prima a comunicarlo».
Stranamente pur essendo questo un blog dedicato alle donne plus size e all'autoaccettazione, questa volta la mia attenzione non è stata catturata dall'ossessione dei media per un corpo che cambia, che pur essendo cosa nota, non se ne parlerà mai abbastanza come abbiamo potuto vedere su alcune testate giornalistiche negli ultimi giorni...ma divagazioni a parte, prima di essere curvy, plus size e quant'altro, siamo prima di tutto donne e prima ancora persone, per cui quella che ha maggiormente catturato la mia attenzione è proprio la parte in grassetto che mi ha fatto riflettere non poco. 
Per la società è davvero così? Davvero c'è chi pensa che possiamo definirci donne solo se siamo mogli e madri? Davvero pensano siano degli step obbligati nella vita di una donna e che in qualche modo se non avvengono, non è assolutamente per scelta nostra, ma perchè evidentemente non ci hanno volute o non siamo riuscite a dare la vita ad un altro essere umano? 
Sicuramente per qualcuna sarà così, ma altrettanto sicuramente, per molte altre donne è una decisione arbitraria e assolutamente consapevole, altre ancora sono riuscite a costruire una famiglia perchè lo desideravano fortemente (si spera). 
Così dopo aver parlato della maternità ( QUI ), ho deciso di scrutare un altro aspetto dell'universo femminile ed ho scoperto che dietro c'è tutto un mondo, una lotta continua fatta talvolta di scelte estreme. 
Ho incontrato così Anna, che in realtà già conoscevo, ma non in questa veste e che da poco ha affrontato un'operazione per essere sterilizzata. Onestamente non pensavo nemmeno potesse essere un intervento che potesse essere fatto su una donna fisicamente sana e così giovane e per molti sarà sicuramente una scelta discutibile, ma a lei questo non importa. Anna ha 29 anni, gli occhi nerissimi e brillanti ed il portamento fiero di chi ha dovuto urlare a gran voce le sue ragioni, rivendicando una parte di sè che proprio non veniva e tuttora non viene compresa e che lei proprio non è riuscita a mettere a tacere. 
Le ho chiesto di parlarmi di lei e della sua fiera appartenenza al mondo childfree, come si definisce chi non vuole figli e non ammette ripensamenti.
- Quando e come hai capito di essere childfree?
Sono childfree da quando ero bambina…a tratti non mi sopportavo nemmeno io. Ricordo che da piccola quando le mie amiche volevano giocare a “mamma e figlia” io mi annoiavo e non volevo mai tenere il ruolo di madre, così finivo sempre per fare la figlia ma anche quel ruolo mi stava stretto e non vedevo l’ora che il gioco finisse. Spesso preferivo giocare con i gatti nel cortile da mia nonna, loro facevano parte di me ed erano il mio unico vero interesse. Non ho mai chiesto bambole, ho sempre scelto di giocare con i pelouche o con i fucili.
- C'è differenza tra un uomo childfree ed una donna childfree?
L’unica differenza tra un uomo ed una donna childfree, forse è che la donna viene più pressata sotto questo aspetto proprio perché la società la considera un utero ambulante e tutti si aspettano che abbia l’impellente bisogno di riprodursi.
- Come hanno reagito parenti ed amici quando hai palesato questa scelta?
Fin da piccola i parenti cercano di inculcarti il mito della maternità dicendoti che ti sposerai e avrai dei figli, io ho sempre risposto che figli non ne avrei mai fatti e che avrei vissuto con tanti animali. All’inizio non mi credevano, dicevano. tutti che ero troppo piccola per dire una cosa simile, ma oggi ho 29 anni e credo di essere abbastanza grande da potermi rendere conto di ciò che voglio veramente.
- In campo sentimentale sei stata sostenuta da chi avevi accanto?
Ogni volta che mi fidanzo metto subito in chiaro che sono childfree, però mi è capitato più volte di avere consensi iniziali dall’altra parte, ma poi con l’andare avanti del rapporto mi sono resa conto nascondessero mancanza di sincerità: molte persone pensavano che in futuro avrei cambiato idea. Ho dovuto chiudere relazioni davvero molto importanti per questo motivo, ma non me ne pento perché annullare me stessa per un’altra persona sarebbe stata una cosa peggiore. Questo è stato uno dei motivi che mi hanno portato a prendere la decisione di farmi sterilizzare…oggi mi sento davvero in pace con me stessa.
- Come ti rapporti o come credi che ti rapporterai con le persone a te vicine che hanno figli?
Non sopporto i bambini, quindi mi tengo in contatto con le persone per me importanti finchè i loro figli non sono intorno. Non fraintendermi…se un bambino è educato non mi dà alcun fastidio, ma i capricci e le domandine fastidiose, le urla, le richieste di attenzione, le interruzioni durante una conversazione, mi innervosiscono enormemente. Onde evitare di dover subire tutto questo , incontro la persona interessata lontano dai suoi pargoli per quanto possibile.
- E' stato difficile trovare medici che ti supportassero in questo percorso?
Mi ero documentata diverso tempo fa su chi in Italia praticasse la sterilizzazione volontaria ad una nullipara e sapevo già a chi rivolgermi…dovevo solo trovare il coraggio di affrontare l’intervento. Il medico primario è stata una persona squisita, peccato per la maggior parte dell’equipe che mi ha seguita. Ho dovuto fare una lotta, subire forti offese, hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare idea, ma più mi dicevano che c’erano altre soluzioni reversibili e più mi convincevo di star facendo la cosa giusta per me stessa.
- Come sei arrivata a questa decisione così estrema ?
Come ho detto prima ci stavo pensando già da tempo, ma la cosa che mi ha fatto desiderare imminentemente di sterilizzarmi è stata una terapia psicologica fatta con un “dottore”, sono stata da lui 5 mesi e mi ha fatto un vero e proprio lavaggio del cervello che però non ha funzionato e mi sono trovata al confine tra ragione e follia.
Ha provato a farmi desiderare un figlio con risultati a dir poco terrorizzanti.
Sono letteralmente scappata da lui!
Attualmente sono in cura da una bravissima psicologa che mi sta aiutando molto nel mio percorso ed è stato da lei che ho maturato la decisione di farmi sterilizzare: proprio come i trans si sentono in un corpo che non gli appartiene, io non mi sono mai sentita una donna fertile e volevo che la mia mente seguisse il mio corpo.

- Ci sono conseguenze sotto il profilo strettamente medico?
Porta più conseguenze una gravidanza che una sterilizzazione…ihihihih.
Scherzi a parte, tra i vari tipi di interventi ho scelto di fare la salpingectomia bilaterale(l’asportazione di entrambe le tube). In tal modo le ovaie continueranno il loro ciclo naturale che si ripeterà ogni mese come accade a qualunque altra donna, e gli ormoni continueranno ad essere com’erano. Sinceramente mi pento di non averla fatta prima!

- Cosa vorresti dire a chi sente parlare di questo argomento per la prima volta?
A chi sente parlare di questo argomento per la prima volta voglio dire che childfree non è una scelta, ma un modo di essere. Non si sceglie di esserlo ma ci si scopre childfree. Non è una cosa che puoi decidere di fare o non fare perché lo senti dentro che proprio non lo vuoi e sai per certo che nella tua vita non succederà mai, proprio come un uomo o una donna eterosessuali sono sicuri che nella loro vita non andranno mai e poimai a letto con una persona del proprio sesso.

Personalmente su questo tipo di provvedimento sono ancora molto confusa nonostante sia fermamente convinta che l'essere donna non implichi necessariamente avere l'istinto materno e che il modo in cui ogni donna si sente completa e realizzata è assolutamente personale. E voi cosa ne pensate?

domenica 7 agosto 2016

Total look H&M



Salve belle fanciulle! Erano un pò di giorni che mi ripromettevo di scrivervi (per l'ennesima volta...miiii che ripetitiva) dei prodigi di H&M, ma pare che intere costellazioni con pianeti annessi non fossero d'accordo, ma in barba a Paolo Fox et simili, ecchime qua a rompervi le balls ancora una volta!
Evito di riproclamare a pieni polmoni la mia passione per questo brand e passo a parlarvi direttamente dell'outfit.
I saldi questa volta sono stati miei amici, cosa più unica che rara, sarà che qui in Campania l'abbondanza è di casa, ma le taglie più grandi a poche ore dall'inizio dei saldi sono solo un miraggio, devo dire che anche questa volta la tradizione è stata perpetrata con successo in questo senso, ma non so se per un perverso quanto inguaribile ottimismo (il più delle volte fuori luogo, lo ammetto) o se per il mio spirito da chiwawa nel corpo di un terranova, mi ritrovo a gironzolare ogni volta nel reparto regular e maternity e devo dire che molto spesso questi reparti mi hanno dato delle gran belle soddisfazioni e anche questa volta non hanno deluso le aspettative!
Il cardigan l'ho visto a chilometri di distanza e per come mi sono fatta strada per raggiungerlo, mi aspetto da un momento all'altro la chiamata nella nazionale femminile di rugby. Lo adoro, è così leggero e magnificamente enorme che è perfetto nelle giornate particolarmente fresche d'estate (non sono matta, giuro che qualche settimana fa, quando ho scattato le foto, non una gocciolina di sudore ha toccato la mia fronte per giorni). Il vestitino invece l'ho beccato nel reparto maternity e che dire se non che ha i fenicotteri? Tanto amore per i fenicotteri e anche per fantastico taglio sotto il seno che per una forma a pera come la mia, lo rende un tubino leggermente svasato.